Il surriscaldamento globale ridurrà la viticoltura in tutto il mondo, con riflessi negativi su produzione vinicola, ambiente e turismo enologico.
I cambiamenti climatici minacciano il futuro della produzione vinicola mondiale, di questo passo le aree coltivate a vite diminuiranno - in tutti i continenti, a seconda delle aree - tra 25% e 73% entro il 2050. É il parere espresso dal climatologo altoatesino Georg Kaser durante la tavola rotonda organizzata in occasione del 27° Merano WineFestival e intitolata “Il futuro del vino tra cambiamenti climatici, nuove opportunità nella produzione e aspettative dei consumatori”. Il giudizio di Kaser si basa sui dati scientifici che confermano i due modelli di clima di Lee Hannah, climatologo di Conservation International. Secondo Kaser il surriscaldamento globale costringerà i viticoltori a piantare nuovi vigneti in ecosistemi precedentemente indisturbati, a latitudini più alte o altitudini più elevate, eliminando le specie vegetali e animali locali. Cioè provocando un danno all'ambiente. E la crisi della viticoltura inciderà negativamente sul turismo, soprattutto in Paesi come l'Italia che vanta l'enogastronomia tra le sue principali attrazioni.