AVVISTARE LE TARTARUGHE IN CENTRO AMERICA

Depositano le uova sulle coste di Guatemala ed El Salvador, ma sono minacciate dalla distruzione delle foreste di mangrovie, dallo sviluppo del turismo e dalla povertà degli abitanti.

di Federica Borio

La costa pacifica del Centro America, tra Guatemala ed El Salvador, è l’ambiente preferito per la riproduzione da molte specie di tartarughe marine, che depositano le uova su diversi arenili.

TARTARUGHE E PESCATORI

In Guatemala, quasi al confine con El Salvador, La Barrona è un piccolo villaggio di pescatori sul Pacifico con una spiaggia di sabbia vulcanica lunga 8,5 km. É il luogo prescelto dalle tartarughe olivacea (Lepidochelys olivacea) e liuto (Dermochelys coriacea) per deporre le uova da luglio a ottobre. Per la povera comunità di La Barrona questi rettili sono una fonte di reddito più che specie da proteggere. La vendita di uova di tartarughe marine (qui legale) è infatti la seconda voce dell'economia locale dopo la pesca. Seguita dal commercio molto meno redditizio di latte, uova di gallina, polli, ortaggi. I circa 900 abitanti vivono in famiglie allargate, abitano in semplici case in legno con tetti di foglie di palma. C'è una scuola elementare per bambini, mentre la secondaria si trova a 6 km dal paese.

BIODIVERSITÀ MINACCIATA

La sua zona costiera ha un alto livello di biodiversità, minacciata da allevamenti di gamberi, saline e dall'estendersi delle piantagioni di canna da zucchero. Attività economiche che danno lavoro agli abitanti ma rubano sempre più spazio alle foreste di mangrovie, cardine dell'ecosistema costiero e habitat di moltissime specie animali. Le selve di mangrovie hanno anche una funzione di barriera contro l'erosione delle coste provocata dalle mareggiate. E di filtro per prevenire la contaminazione di fiumi e lagune con acque salmastre. Distruggerle significa precludere il futuro del territorio. Ma come spesso accade nei Paesi in via di sviluppo, l'economia di sussistenza della popolazione e la difesa dell'ambiente entrano in conflitto. É difficile pensare al bene delle generazioni future quando bisogna affrontare il problema della sopravvivenza quotidiana.

Nell’area di La Barrona, vicino all’estuario del fiume Paz,  le mangrovie coprono una superficie di 14 kmq. Sono una grande attrazione naturalistica, popolata da  una miriade di uccelli (aironi, spatole rosate), rettili (iguane nere e verdi, caimani comuni),  mammiferi (pipistrelli, procioni, formichieri e lontre marine), pesci e crostacei. Mentre nell’oceano nuotano 4 specie di tartarughe marine, 5 di squali, 6 di dentici e 5 di tonni, oltre a pesci gatto, molluschi, crostacei e cetacei come globicefali di Gray  (Globicephala macrorhynchus), delfini comuni e dal naso a bottiglia (Tursiops aduncus).

LA FORESTA SUBTROPICALE UMIDA DI EL SALVADOR

La penisola di Barra de Santiago, 30 km a ovest di Acajutla nella parte occidentale di El Salvador, è un’area naturale protetta che comprende 2200 ettari di mangrovie (è la terza foresta per superficie di questa varietà botanica del Paese), l’estuario del fiume El Zapote e un omonimo piccolo villaggio di pescatori. Classificata come foresta umida subtropicale, ha uno dei più elevati livelli di  biodiversità del Paese con 74 specie di pesci, 6 di anfibi, 22 di rettili tra cui iguana verde, iguana nera, tartaruga olivacea e coccodrilli. É una meta ambita dai birdwatcher che qui avvistano 210 specie di uccelli tra migratori e stanziali, tra cui come la garza axul (Egretta caerulea), detta anche 'piccolo airone azzurro', una specie autoctona rara. Sulla spiaggia lunga 9 km, ogni anno le tartarughe marine depongono migliaia di uova che si schiudono tra settembre e gennaio. La comunità di Barra di Santiago è tra le prime di El Salvador ad aver sviluppato un progetto di protezione di questa specie.

IL BOOM DELLE SECONDE CASE MINACCIA L'ECOSISTEMA

L’incremento demografico della comunità di Barra de Santiago, che oggi conta oltre 5000 abitanti, ha avuto inevitabili effetti sul territorio. Lo sfruttamento delle piante di mangrovie (l’88% degli abitanti utilizza la legna della foresta per cucinare e costruire abitazioni) e la caccia illegale di animali come fonte di nutrizione o reddito (vendita di pappagalli, pelle di coccodrillo e uova di tartarughe) stanno deteriorando l'ecosistema. Qui lo sviluppo del turismo è iniziato negli anni ’80, a seguito dell’apertura di una strada che porta a villaggio e spiaggia. Le strutture ricettive sono poche e a basso impatto,ma l’urbanizzazione della lunga striscia di sabbia è in aumento; molti salvadoregni qui acquistano terreni e costruiscono case di vacanze. Un fenomeno che, sommato a deforestazione ed espansione delle aree coltivate, minaccia l'habitat di molte specie animali, soprattutto delle tartarughe marine che nidificano nell’area.

LA DEPOSIZIONE DELLE UOVA DI TARTARUGA

Il rito della deposizione si ripete ogni notte dopo il tramonto. Le tartarughe emergono dal mare e lentamente avanzano sulla spiaggia, scavano il loro nido, depongono le uova (anche più di 100 per volta) e dopo averle ricoperte con la sabbia, si riavviano verso l’acqua. Questo ciclo naturale si è da sempre intrecciato con la vita delle comunità locali, per le quali le uova di tartaruga rappresentano ancora oggi una fonte essenziale di reddito e sostentamento. Il fenomeno della raccolta e commercio di uova di tartaruga, unito al progressivo degrado del loro habitat naturale a causa di inquinamento, pesca e cambiamento climatico, mette diverse specie a rischio d’estinzione. Per ovviare la situazione, Guatemala e El Salvador hanno sancito regole e progetti per la loro tutela che sensibilizzano e coinvolgono le popolazioni locali.

LEGISLAZIONE E CONSERVAZIONE 

In Guatemala le tartarughe marine sono protette dal 1971: il governo aderisce alla norme del Cites contro il commercio delle specie protette ma anche all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) che autorizza le popolazioni locali e indigene a sfruttare le risorse del loro habitat per la propria sussistenza. Così sono legali raccolta e commercio di uova di tartaruga: il 90%  delle uova deposte finisce al mercato. E altre uova vengono importate illegalmente per il consumo interno da Messico, El salvador e Nicaragua. Un sistema promosso dal Consiglio del Guatemala per le Aree Protette da metà anni ’80 impone ai raccoglitori di donare il 20% delle uova alle associazioni per la salvaguardia della specie, che le depongono in uno dei 25 tortugari, zone protette e recintate sulla spiaggia dove l’incubazione (40-60 giorni) senza rischi. 

In El Salvador consumo e traffico di uova di tartaruga sono banditi dal 2009. Il governo ha ratificato gli accordi del Cites. Sui 220 km di spiagge di El Salvador ogni anno sono censiti 13.000 nidi con 120.000 dozzine di uova, il 90% delle quali, a dispetto della legge, viene immessa sul proficuo mercato nero, alimentato dai ristoranti della capitale e dalla domanda dai Paesi vicini. Un progetto, del Fondo Iniziativa per le Americhe (Fiaes) in collaborazione con l’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (Usaid), cerca di fermare questo commercio offrendo per le uova raccolte un prezzo uguale a quello del mercato nero.

LE SETTE TARTARUGHE

Secondo l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn), tutte le 7 specie di tartarughe marine esistenti sono a rischio d’estinzione. Cinque specie frequentano le acque di Guatemala ed El Salvador: embricata, olivacea, liuto, verde  e negra.

La tartaruga olivacea (Lepidochelys olivacea), detta Parlama, con un guscio lungo 50-70 cm è la più piccola. In El Salvador si avvista tutto l’anno, la massima concentrazione è da luglio a ottobre. Mentre in Guatemala depone le uova tra luglio e dicembre. È l’unica specie che nidifica con una deposizione collettiva che attrae oltre 50.000 esemplari in contemporanea sulla spiaggia. Le femmine scavano fino a tre nidi l’anno, ciascuno con circa 110 uova. Benché sia la specie più diffusa al mondo, la sua popolazione è in drastica diminuzione ed è catalogata come vulnerabile.

La tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) è una delle specie più antiche - oltre 100 milioni di anni - ed è anche la più grande: è lunga in media 2 m e raggiunge 1000 kg di peso. Si distingue per il carapace non rigido, ma spesso e gommoso, composto di cartilagine e un intreccio di piccole ossa. Un guscio molto flessibile che permette loro di immergersi in profondità (oltre i 1000 m). Queste tartarughe percorrono quasi 6000 km dalle spiagge tropicali dove depongono le uova e alle aree dove si procacciano le meduse di cui si nutrono. È tra le specie criticamente a rischio: negli ultimi 20 anni il numero dei suoi esemplari si è ridotto del 90%, a causa della cattura accidentale in reti da pesca. Oggi solo un piccolo numero di tartarughe liuto torna in Guatemala, tra novembre e febbraio, e in El Salvador, tra ottobre e gennaio, per deporre le uova.

La tortuga negra (Chelonia agassizii) è una sottospecie della tartaruga verde con guscio, leggermente più stretto, lungo 60-100 cm. Di solito non depone le uova sulla costa pacifica del Guatemala (solo un paio di casi l’anno), ma utilizza estuario e fiume Pozo del Nance (nel Parco Nazionale di Sipacate) per procacciarsi il cibo: qui molti esemplari sono travolti da barche. È presente in quest’area tutto l’anno ma, tra una deposizione e l’altra, migra in Messico.

La tartaruga verde (Chelonia mydas) è presente solo sulle coste di El Salvador nel periodo di deposizione tra giugno e dicembre.

Le tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata) fino a qualche tempo fa si riteneva che nidificasse solo in Messico. Di recente invece è stata individuata una copiosa colonia che depone le uova in El Salvador (giugno – settembre): è la seconda del mondo per numero di esemplari. In Guatemala sono invece stati avvistati solo esemplari isolati. Deve il suo nome al becco simile a quello di un uccello, usato per scovare il cibo tra i coralli: si nutre principalmente di spugne. È una delle specie più piccole, lunga 50-90 cm. Viene cacciata e commerciata illegalmente perché il suo carapace è usato per fabbricare gioielli e prodotti artigianali in Asia e Centro America. È criticamente a rischio.

GUATEMALA  SCHEDA TERRITORIO

 Il territorio del Guatemala (108.890 kmq, 13 milioni di abitanti) è molto vario. A sud la costa dell'oceano Pacifico (250 km) con le spiagge vulcaniche, a nord-est il Peten coi siti archeologici Maya e a nord-ovest la cordillera che porta in Chiapas. Oltre il 60% del Paese è ricoperto da catene montuose: a sud la Sierra Madre con 37 vulcani tra cui il Tajumulco (4220 m, il più alto del Centro America) e in direzione del Mar dei Caraibi i massicci Altos Cuchumatanes, Sierra de Chuacús e Sierra de las Minas.

EL SALVADOR SCHEDA TERRITORIO

Nonostante sia lo Stato più piccolo del Centro America (21.041 kmq), El Salvador è anche il più popolato: 6.071.000 abitanti. Intorno al coltivato altopiano centrale si diramano le due principali catene montuose: a nord la Sierra Madre (continuazione di quella del Guatemala) con il monte più alto del Paese, il Cerro El Pital (2730 m); lungo la costa pacifica, la catena meridionale con i vulcani Izalco (1954 m), Santa Ana (il più alto, 2381 m), San Salvador (1893 m), San Vicente (2182 m).

11/12/2011

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www.iucn.org
International Union for Conservation of Nature
www.seaturtle.org
Sito sulle tartarughe marine
www.fiaes.org.sv
Fondo Iniziativa per le Americhe
elsalvador.usaid.gov
Usaid in El Salvador
www.salvanatura.org
Fundacion Ecologica di El Salvador
www.wwfca.org/about
Wwf Centroamerica
projectparlama.blogspot.com/2009/11/blog-post_3662.html
Tutela della tartaruga in Guatemala
www.deguate.com/artman/publish/ecologia.shtml
Info su ecologia in Guatemala
www.ilo.org
International Labour Organization
www.visitguatemala.com
Turismo in Guatemala
www.elsalvador.travel
Ufficio del turismo di El Salvador
www.elsalvador.com
Portale di informazioni El Salvador
www.hpturismo.net
Info su turismo e ambiente in America Centrale
www.marviva.net
MarViva, fondazione per tutela coste e risorse marine del Centroamerica
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