Viaggio tra le isole simbolo della biodiversità animale, dove lo scienziato inglese trovò gli elementi per elaborare la teoria dell'evoluzione. Meta ambita dell'ecoturismo.
Nel raccontare le abitudini di iguana, tartarughe, leoni marini, fregate, albatros, procellarie e sule, la guida mescola informazioni scientifiche a romanzate scene di corteggiamento tra gli animali. Una via di mezzo tra un’introduzione naturalistica e una telenovela. Non potrebbe essere altrimenti alle Galapagos, 14 isole di origine vulcanica disseminate nell’oceano Pacifico a mille chilometri dalle coste dell’Ecuador. L’arcipelago dove Charles Darwin trovò gli elementi per formulare la teoria dell’evoluzione. In ‘Il viaggio della Beagle’ lo scienziato inglese dedica 26 pagine alle Galapagos descrivendo le specie uniche incontrate qui, le tartarughe di oltre 100 chili che danno il nome all’arcipelago, le lucertole lunghe fino a un metro. Darwin scoprì che la maggioranza delle specie animali e vegetali di ciascuna isola erano endemiche: l’isolamento aveva originato una diversa evoluzione. Sull’isola di Santa Cruz, il capoluogo, la Stazione di Ricerca Darwin continua la ricerca scientifica. L’arcipelago è però diventato la più ambita meta ecoturistica, la destinazione top per birdwatching, whalewatching, per vedere piante e animali insoliti e bizzarri. Per proteggere l’ambiente sono vietati i viaggi individuali. L’unico mezzo per visitare le isole è la crociera con piccole navi e barche a vela. Le escursioni sono sempre accompagnate da guide autorizzate dal parco marino che obbligano i visitatori a un rigido codice di comportamento. L’imbarcazione lascia Santa Cruz per Española: a Gardner Bay si approda sulla spiaggia dove pigreggiano i leoni marini, si avvistano anche granchi rossi, iguana marini e pellicani e si getta lo guardo sull’arenile dove depositano le uova le tartarughe giganti. Al pomeriggio si sbarca a Punta Suarez in un percorso tra sule e stormi di cucù fino alla scogliera da cui i giganteschi albatros prendono il volo. Si passa a pochi centimetri da animali per nulla impauriti dalla presenza umana. Il giorno dopo è la volta di Floreana, a Punta Cormorant tra colline nere disseminate di tronchi bianchi si costeggia la laguna dei fenicotteri. Sull’altro versante dell’isola s’avvistano invece i pinguini. La sera si ancora a Santa Cruz per scoprire bar dove ragazze in minigonna ballano con marinai ubriachi, perché aldilà dell’aspetto naturalistico queste sono isole del mistero con storie di pirati e balenieri, di colonie penali e di naufraghi. A Darwin Bay, a Genovesa, si assiste invece ai riti di corteggiamento delle fregate col maschio che – per attirare la femmina - gonfia la sacca rossa sul collo. A Fernandina c’è l’incontro ravvicinato con le iguana marine, care alla teoria evoluzionistica di Darwin. A Isabela un trekking porta in cima al cratere che ospita un lago salato, per godere la vista spettacolare sul canale che la divide da Fernandina. L’alba successiva si avvistano le balene prima di arrampicare sul picco di Bartolomè per ammirare il gioco di spiagge, montagne e pinnacoli che si spiega ai sui piedi. A San Cristobal termina la crociera, ma non le sorprese: saliti sull’autobus per l’aeroporto scopriamo che una coppia di leoni marini si è adagiata sotto il mezzo, ci vorrà quasi un’ora per farli sloggiare, appena in tempo per non perdere l’aereo.
L’arcipelago con la fauna più singolare del globo è a rischio secondo la Stazione di Ricerca Darwin (www.darwinfoundation.org). La principale minaccia è l’ecoturismo: destinazione più ambita per vedere animali insoliti, alle Galapagos il numero di visitatori è cresciuto dai 32.000 del 1987 ai 149.000 del 2009. Per proteggere l’ambiente sono vietati i viaggi individuali. Si visitano le isole solo con piccole navi e barche a vela (80 i mezzi autorizzati). Le escursioni sono accompagnate da guide che obbligano a un rigido codice di comportamento. Ma non basta, così gli ambientalisti invocano il numero chiuso.