A 60 anni dall'impresa dell'alpinista neozelandese visitiamo il Nepal, le Southern Alps della Nuova Zelanda (dove si allenò) e Auckland, la sua città natale.
Sessant'anni fa, il 29 maggio 1953, lo scalatore neozelandese Edmund Hillary raggiunse per primo la vetta dell’Everest insieme allo sherpa nepalese Norgay Tenzing. La spedizione britannica di cui facevano parte coronava un sogno durato oltre trent'anni. Era infatti dal 1921 che gli inglesi tentavano di conquistare gli 8848 m del Chomolongma, il nome tibetano del tetto del mondo, significa 'Madre dell'universo'. Con risvolti anche drammatici, come la scomparsa nel 1924 di George Mallory e Andrew Irvine mentre scalavano la montagna a forma di piramide dalla complessa parete nord.
Da allora la vetta è stata conquistata da oltre 5200 alpinisti. E decine di migliaia di escursionisti compiono ogni anno il trekking dall'aeroporto di Lukla al campo base dell’Everest, situato a 5545 m. Uno degli itinerari alpinistici più battuti del Nepal, in ottobre, il mese più spettacolare si arriva a 10.000 persone in marcia su uno dei più famosi sentieri dell'Himalaya. Il trekking impegna per due settimane tra andata, ritorno e soste obbligate per acclimatarsi all'alta quota; ma ha senso farlo in tre settimane per visitare le valli laterali e i villaggi, rilassarsi e godersi alcuni dei più spettacolari scenari di montagna. Bisogna essere allenati ma non c'è più nulla di avventuroso, i villaggi sono attrezzati con lodge, ristoranti e negozi di articoli da alpinismo: metà degli abitanti della regione sono coinvolti in attività legate al turismo. Namche Bazaar, seconda tappa del trekking, è un centro commerciale con ogni sorta di merce e servizio a disposizione dei visitatori.
L'intero Nepal è molto cambiato. Kathmandu, la destinazione mitica degli hippy negli anni Sessanta e Settanta, è una delle città più inquinate dell'Asia con un traffico insostenibile. Certo conserva meraviglie come Durbar Square, il tempio di Swaymbunath, il grande stupa di Bodnath e il villaggio incantato di Baktapur, ma la magia del Medioevo himalayano narrata dai visitatori di trent'anni fa è sparita per sempre.
Per scalare l'Everest, Edmund Hillary si allenò sulle Southern Alps dell’Isola del Sud della Nuova Zelanda. Una catena di rilievi recenti - si sono formati negli ultimi 10 milioni di anni - che si snoda lungo il versante occidentale dell’isola. Qui Hillary compì la sua prima ascensione a 16 anni nel 1935: faceva l’allevatore d’api, per lui l’alpinismo rimase sempre un’attività amatoriale, anche quando la conquista dell’Everest gli valse il titolo di baronetto. Il paesaggio delle Southern Alps riconduce ai paesaggi delle Alpi europee (che Hillary scalò a 31 anni) con foreste, ghiacciai e cime innevate che si specchiano in piccoli e grandi laghi. É dominato dai 3765 metri del Mount Cook, la più ardita destinazione alpinistica degli antipodi, scalata la prima volta nel 1894: nel 1948 Hillary conquistò per la prima volta la sua vetta dalla difficile via dello Spigolo Sud. Il Mount Cook è compreso nell'omonimo parco nazionale che racchiude 22 delle 27 vette neozelandesi oltre i 3000 metri. Le quote basse non vanno sottovalutate, i repentini cambi di clima provocati dai Quaranta ruggenti, i venti delle basse latitudini, sono molto pericolosi. Le ascensioni sono infatti consigliate solo ad alpinisti esperti. L’instabilità del clima è legata alla vicinanza del mare: a 44 chilometri dal Mount Cook. Alcune braccia dei nevai delle Southern Alps confinano con la foresta pluviale temperata e arrivano a 20 km dal Mare di Tasman, continuamente raggiunto da perturbazioni provenienti dall’Antartide. Come vicini i ghiacciai Franz Josef e Fox. L’incontro di neve, giungla e mare - unico sulla Terra - offre straordinari panorami aerei: vista dal cielo, quando le nuvole lasciano libero il campo, questa regione della West Coast appare come un onirico intreccio cromatico di braccia blu, verdi e bianche.
Edmund Hillary nacque il 20 luglio 1919 a Tuakau, un sobborgo meridionale di Auckland (Isola del Nord), dove studiò alla Tuakau Primary School. Appassionato di montagna fin da ragazzo, lasciò pochi ricordi nella spettacolare città di mare dove era nato. L'unica metropoli della Nuova Zelanda ricorda però il suo figlio più celebre con un'esposizione all'Auckland Museum. La mostra fotografica Sir Edmund Hillary (www.aucklandmuseum.com/583/sir-edmund-hillary), prodotta nel 2003, che - dopo un proficuo tour internazionale tra Stati Uniti, Australia e Giappone - diventò un'attrazione permanente all'Auckland Museum a seguito della morte dell'alpinista nel gennaio 2008.
Pubblicato su La Stampa il 4 aprile 2013