IN ALTO ADIGE FERMATA LA COSTRUZIONE DELLA STRADA NELLA VALLE DI ANTERSASC, PATRIMONIO UNESCO

Dopo le proteste degli ambientalisti, il Tar di Bolzano interrompe i lavori per la carrabile nel parco naturale Puez-Odle. Intanto il primo tratto della via forestale ha già compromesso l’ambiente.

di Maurizio Di Giangiacomo *

Pecore o suv? La querelle sulla strada forestale per malga Antersasc  ruota tutta intorno a questo interrogativo. Perché se il proprietario di una malga situata a 2000 metridi quota, in un luogo lontano dai circuiti del turismo “distruggi e fuggi”, chiede la realizzazione di una strada forestale e – in attesa di ottenerla - sfratta il pastore al quale l'aveva affittata con le sue bestie, qualche sospetto verrà anche a voi, o no?

La storia, notissima alle nostre latitudini, della valle di Antersasc: un alpeggio praticamente incontaminato, ben oltre i 2000 metridi quota, a cavallo tra i territori comunali di San Martino e Badia, nell'omonima vallata, inserito nel parco naturale Puez-Odle, sito Natura 2000 e patrimonio mondiale dell'umanità Unesco. A volere la strada, da anni, sono i membri della vicinia di Pescoll, cui serve per meglio sfruttare le risorse forestali sulle quali vantano legittimi diritti (ma nel loro caso si tratta del primo tratto, quasi esclusivamente fuori i confini del parco), e soprattutto il proprietario della malga, Johann Mair, che sostiene di volervi rilanciare l'allevamento, ricostruendo gli edifici ormai cadenti. Dopo un iter tormentatissimo, costellato di pareri negativi da parte di tutti gli uffici tecnici interpellati, la delibera che ha autorizzato la costruzione della strada è arrivata il 28 settembre 2009 grazie a un ricorso presentato non già dalla vicinia o dal proprietario della malga, ma dall'Ispettorato forestale (poi incaricato della costruzione della strada) alla giunta provinciale. Ottenuto il via libera, la Forestale ha fatto le cose in grande, tagliando decine di grossi alberi, allargando di diversi metri il sentiero che da passo Juel sale verso la malga, realizzando in alcuni punti anche delle piazzole di sosta (sì, avete capito bene: adesso ci passano anche i Suv dei turisti “distruggi e fuggi”) e scatenando le ire degli ambientalisti badioti, che si sono presto costituiti – anche su facebook - nel comitato “Salvun Antersasc”. La protesta è poi esplosa il 7 agosto 2010, con la clamorosa iniziativa dell'oste ambientalista Michil Costa: a Passo delle Erbe, dov'era  già in programma un incontro della Suedtiroler Volkspartei, il partito di raccolta che tutto governa e tutto decide in Alto Adige. Un'autentica marcia funebre in memoria dell'incontaminata valle di Antersasc, defunta sotto i colpi delle ruspe. Michil Costa raccolse gli insulti del presidente della giunta provinciale, Luis Durnwalder, che gli rimproverò di fare l'ambientalista dopo aver scorrazzato per anni con la Porsche, ma quell'iniziativa segnò l'inizio della fine per il progetto di Johann Mair. 

Anche perché, nel frattempo, contro la delibera della giunta provinciale altoatesina avevano proposto ricorso al Tar il Wwf e il Dachverband fuer Natur- und Umweltschutz, la federazione dei protezionisti altoatesini del combattivo Klauspeter Dissinger, che potete guardarvi in un eloquente video postato su you tube da Beppe Grillo, che nel frattempo aveva preso a cuore la protesta contro lo scempio paesaggistico in val Badia. Di lì a qualche giorno, il primo successo degli ambientalisti: il 23 agosto 2010 il Tar concede la sospensiva dei lavori, stoppando le ruspe della Provincia, che però nel frattempo avevano completato il primo lotto della strada, ben oltre i limiti del parco naturale Puez Odle. Un'opera di devastazione che sarebbe stata portata all'attenzione dell'opinione pubblica pochi giorni dopo, in occasione della marcia di protesta organizzata da Salvun Antersasc e Dachverband, alla quale hanno preso parte anche Wwf, Heimatpflege, Verdi dell'Alto Adige, lo stesso Michil Costa e tanti semplici cittadini, accorsi per dire “no” alla strada nel parco naturale. Prima della marcia, la conferenza stampa di ambientalisti e protezionisti è stata disturbata dalla contro-manifestazione organizzata dal Bauernbund, la potentissima associazione provinciale dei contadini, alla quale ha preso parte lo stesso Mair: sono volate parole grosse, per fortuna solo quelle. Poi, la fatica e la bellezza della salita a piedi alla malga, in netto contrasto con l'orrore dell'effetto delle ruspe e delle motoseghe, il sentiero che è diventato una mezza highway sulle Dolomiti, con tanto di piazzole di sosta e slarghi per favorire il traffico a doppio senso: siamo sicuri che serva per le pecore?

Il Tar di Bolzano qualcosa da eccepire ce l'aveva, se è vero che il 14 settembre ha confermato la sospensiva dei lavori e il 28 aprile 2011 - dopo un inverno caratterizzato dai tentativi di mediazione dell'assessore provinciale all'ambiente Michl Laimer - ha annullato la delibera della giunta provinciale relativamente al secondo lotto dei lavori: il tratto di strada interamente all'interno dei confini del parco naturale, nella valle incantata di Johann Mair.  Del resto, porre rimedio allo scempio già perpetrato contro la natura con il primo lotto dei lavori sarebbe stato difficile, se non impossibile, ma il Dachverband di Dissinger non lascerà nulla di intentato per vedere la Provincia di Bolzano sconfitta anche in relativamente al primo tratto. Provincia che, viceversa, dopo le lamentele del proprietario della malga e le pressioni del solito Bauernbund e della sezione badiota della Volkspartei, ha deciso non già di proporre ricorso al Consiglio di Stato, quanto invece riproporre la delibera, rimotivandola allo scopo di aggirare la bocciatura del Tar.

In attesa di buone nuove, Johann Mair ha messo in scena l'atto più clamoroso di quella che vorremmo chiamare commedia ma – in segno di rispetto per l'ambiente – faremmo bene a chiamare  tragedia di Antersasc. Venuto a sapere che il pastore al quale affittava l'alpeggio aveva dichiarato a più di un media che a lui la strada non serviva, nell'estate 2011 gli ha giocato un bello scherzetto: niente malga per le 70 pecore.

 * giornalista del quotidiano Alto Adige 

23/08/2011

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