Cronaca di un viaggio in Mato Grosso attraverso la più grande palude del Pianeta a bordo di un trenino che non c'è più
Tutte le mattine alle otto un trenino parte da Campo Grande, capitale del Mato Grosso del Sud, per attraversare il Pantanal. Nel primo tratto scivola lento attraverso una savana, una sorta di pampa dove s'incontrano mandrie di bovini, ma nessuna traccia lasciata dall'uomo, oltre alla linea della strada ferrata che si perde all'orizzonte. La foresta s'impone via via sulla prateria, mentre i fiumi gonfi d'acqua diventano sempre più frequenti trasformando il paesaggio in un acquitrino. Il convoglio sosta in piccoli villaggi senza stazione: i passeggeri giunti a destinazione scendono nel fango. Tutti gli abitanti, indios e meticci, escono da casette color pastello, precipitate fra la vegetazione e corrose dall'umidità. Bambini seminudi corrono verso i finestrini del treno per vendere manghi ai passeggeri. Raggiunte le paludi del Pantanal, il treno decelera, procede fra le acque a una tale lentezza da permettere di osservare la vita degli animali fra le plaghe inondate. Affondando le zampe nella melma si muovono pigramente bufali e zebù, mentre fra i rami degli arbusti vociano un'infinità di piccoli pappagalli dalle piume verdi, ovunque volano trampolieri e uccelli acquatici.
Il Pantanal si estende, su di un'area grande più di due terzi dell'Italia, a cavallo fra la Bolivia e gli stati brasiliani del Mato Grosso e del Mato Grosso del Sud. Situato in una depressione chiusa fra le Ande e l'altopiano brasiliano, s'allaga completamente durante la stagione delle piogge (gennaio-aprile) a causa dello straripamento del fiume Paraguay e dei suoi affluenti. Il Pantanal è una delle più importanti riserve faunistiche del pianeta. Tra le paludi volano centinaia di specie di uccelli. E sulle cordilheiras, le terre emerse fra gli acquitrini, vivono i puma e diverse specie di rettili e scimmie, e trovano rifugio specie altrove estinte come il giaguaro e il formichiere. La corsa del treno (forse non è il termine esatto per un viaggio di 11 ore per percorrere 558 chilometri) si trasforma così in uno zoo-safari. Quest'insolita linea ferroviaria, costruita nel 1952, ha spezzato il secolare isolamento di Corumbà, secondo centro del Mato Grosso, ma un tempo collegata al resto del paese solo dai battelli che ridiscendevano il fiume Paraguay. La ferrovia ha seguito la via dei bandeirantes, i cercatori d'oro che a fine Settecento si spinsero fra questi pantani e poi più a nord fino a Santa Cruz, in Bolivia.
Il porto di Corumbà è il maggiore sul Rio Paraguay, vi attraccano i boieros, le chiatte che trasportano fino a 300 bovini, e le navi cariche di minerali sulla rotta di Buenos Aires. Nelle praterie che s'alternano alle paludi ci sono fattorie immense dove i proprietari contano gli animali dall'aereo. Da Corumbà si può visitare una fazenda rivolgendosi al servizio di aerotaxi dell'aeroporto. Risalendo il Rio Paraguay con i battelli per turisti si vedono i vaqueiros (i lavoratori delle fattorie) impegnati a pescare con i lazos: catturano pesci giganti. In questo vivaio naturale nuotano 175 specie ittiche, fra cui i piranha, i famosi pesci carnivori. Per raggiungere Cuiaba, capitale del Mato Grosso, si può seguire la transpantaneira, una pista percorribile da giugno a settembre. O lanciarsi in una vera avventura imbarcandosi sui battelli che tutti i giorni partono da Corumbà e risalgono il fiume fino a Caceres (da lì si prosegue in bus): comperata un'amaca, si naviga per alcuni giorni all'interno del Pantanal, a tu per tu con tucani e alligatori. A contatto però anche con le zanzare e un clima che il termine caldo umido lascia solo immaginare.
Con una scelta miope rispetto alla sua potenzialità turistica e a implementare trasporti a basso impatto ambientale, il trenino passeggeri del Pantanal è stato smantellato negli anni Novanta dal governo brasiliano perché era in deficit e forniva un servizio inadeguato. Da alcuni anni è stato invece istituito un convoglio turistico che collega Campo Grande a Piraputanga, Aquidauana e Miranda: 220 km attraverso il Pantanal percorsi in 7 ore a caro prezzo e in compagnia di soli turisti, niente più indigeni, forse offendevano il decoro…