Per visitare, lungo il corso del fiume Albegna, boschi di querce e lecci, zone di riproduzione dei rapaci, riserve faunistiche. E borghi e casolari dove la storia della Toscana, dagli Etruschi al Rinascimento, si mescola alle tradizioni di un mondo antico
Testo e foto di Carla Pau
Un viaggio a piedi nell'Alta Maremma meridionale toscana fino al suo centro pulsante, protetto da una natura selvatica e potente, alle pendici del vulcano spento del Monte Amiata, è un itinerario insolito e alternativo alla scoperta di un territorio affascinante tra mare e montagna, l'Alta Valle del fiume Albegna. E di comunità che, a causa del lungo isolamento, conservano tradizioni, ricette e leggende singolari.
Lasciandosi alle spalle la costa bagnata dal Mar Tirreno, risalendo tra le dolci colline maremmane, si arriva a Roccalbegna, borgo di origine longobarda che manifesta con architettura ed emergenze artistiche il dominio della Repubblica di Siena. Dal cassero i signori senesi vigilavano su tutta la Valle. E prima di loro dalla Rocca i conti Aldobrandeschi – che “possedevano tanti castelli quanti sono i giorni dell'anno” - controllavano le vie di transito intorno al borgo fortificato. Alle sue spalle, oltre le gole del fiume - che attraversa impetuoso l'abitato nei pressi di un antico mulino – domina sulla Valle una insolita piramide, il Monte Labbro. Salendo sulla sua cima (1193 m) si scoprono i ruderi della Torre Giurisdavidica di David Lazzaretti, resti di un progetto che comprendeva una chiesa, una casa e riuniva intorno a sé l'idea di una nuova società partecipativa. Dalla cima dei poggi sormontati dalle fortezze in rovina dei borghi di Semproniano e Rocchette di Fazio, ci si affaccia alle Terrae: conservano quasi intatto l'aspetto morfologico pre-guerra, delimitati da siepi, arbusti di basso e alto fusto, muretti a secco, dove il fiume scorre tra strette pareti di roccia, prati pascoli e campi coltivati a vite e ulivi secolari.
Oggi la viabilità è cambiata, come è mutata la nostra concezione di avventura, viaggio, spostamento, fatica, tempo. Camminando nella macchia tra antichi sentieri, mulattiere, strade dogane (le vie per la transumanza), ci riavviciniamo a quella dimensione umana, in armonia con l'ambiente, per immergerci in un'atmosfera perduta nel tempo. Per cambiare punto di vista tra fossi, torrenti, campi incastonati tra alti poggi, prati pascoli e castelli. Sui passi dei popoli etruschi e romani, di monaci e pellegrini, di signori e generazioni di contadini, boscaioli e pastori, lungo itinerari percorsi fino a non molto tempo fa solo a piedi o su un mulo, per lavoro e necessità.
Lungo il corso del fiume, dalle sorgenti nel Monte Buceto (1168 m) alla foce ad Albinia, si localizzano gli insediamenti della civiltà etrusca a cui è subentrato l'impero di Roma e le grandi famiglie signorili. E si scopre, con buon livello di approssimazione, la viabilità protostorica e storica fino al Medioevo e oltre: facilitata dal corso del fiume che ha condizionato la storia della Maremma meridionale toscana. Questi luoghi custodiscono nel fitto di boschi di querce, lecci e altre piante sempreverdi, i ruderi di mulini e antichi casali, conventi longobardi, capanne e poderi opera di maestri della pietra, diverticoli di Via Clodia, Via Francigena e strade dogane. La ricerca archeologica ha portato alla luce significativi resti di epoca etrusca e romana, come la Necropoli etrusca del Puntone tra Semproniano e Saturnia, e la Fattoria Etrusca presso il Podere Tartuchino vicino a Rocchette di Fazio.
Il territorio compreso tra Monte Labbro e Rocchette di Fazio è un Sito di importanza comunitaria (Sic) - caratterizzato da "formazioni erbose secche su substrato calcareo con stupende fioriture di orchidee" e dalle "foreste dei Valloni di Tilio-Acerion". Nonché Zona di protezione speciale (Zps) per i rapaci (varie specie), che insieme a cinghiali, caprioli, tassi, istrici e lepri trovano qui ottime condizioni per riprodursi e compiere il ciclo vitale. Un territorio importante per la biodiversità che comprende la Riserva Regionale di Rocconi, l'Oasi Wwf Semproniano - Roccalbegna, la Riserva Provinciale di Pescinello (Roccalbegna) e la Riserva del Monte Labbro (Arcidosso) con al suo interno il Parco faunistico del Monte Amiata.
Viaggiare a piedi dà l'opportunità, più che in altre esperienze di viaggio, di entrare in contatto con le comunità locali, con la cultura e le radicate tradizioni, la memoria del vissuto di genti geograficamente isolate, tra di loro e dal resto della regione, che in alcuni casi hanno vissuto fino a oggi di un'economia chiusa e limitata all'auto sostentamento. Nei lunghi inverni attorno ai focolari sono state create ricette uniche. In primavera e in estate, al calar del sole, dopo il lavoro nei campi, la gente si riuniva nei poderi e nelle piazze tra i casolari a cantare in rima racconti di principi, cavalieri, streghe e mostri fantastici, ma anche le vicende di contadini, pastori e donne del paese. Nell'Alta Valle dell'Albegna, in compagnia di un piatto caldo e un buon bicchiere di vino in qualche osteria si assapora ancora quel gusto antico e seguendo la musica ci si perde tra vicoli e vie del borgo in una festa al chiaror di luna.