Un’isola senza strade né auto, dove annusare fragranze, assaporare tranquillità e gustare colori tra sentieri, scogli, baie, spiagge e lagune.
Il blu del mare, la luce del Mediterraneo meridionale, il sole sulla pelle, il vento tra i capelli, il profumo delle erbe aromatiche, il bianco delle rocce calcaree. I primi a rispondere al richiamo di Comino sono i sensi. In un’isola dominata dalla natura e dagli elementi. Lontana dal luogo comune di Malta, scrigno di storia e di antiche tradizioni. Comino, la più piccola dell'arcipelago, è l’eremo per chi desidera abbinare il nuoto col silenzio, la tintarella con l’osservazione dei fiori selvatici, le passeggiate con la visita a forti, torri e chiese isolate tra la gariga (l’arido paesaggio di arbusti) e l’orizzonte marino. Da alcuni decenni è parco nazionale. Non ci sono strade né automobili. Tra sentieri, scogli, baie, spiagge e lagune si assapora la tranquillità, si gustano i colori, si annusano le fragranze.
Sul sentiero che ne disegna il periplo, chi sa osservare scopre che l’isola è meno desertica di quel che appare. Il suo nome deriva dalle piante di cumino, che cresce spontaneo tra il pietrame. Mentre dalle spaccature della scogliera spuntano odorosi cespugli di timo che si mescolano con il bianco dell’iris, il giallo dei fiori di iperico, il rosa dell’erica e col pallore screziato dell’orchidea maltese. La macchia è movimentata in rari punti da carrubi e bassi palmizi. Ma non fu sempre così. Negli ultimi due millenni Comino ha subito un processo di desertificazione. I Caldei, i primi a visitarla, e più tardi i Fenici, narrarono di un’isola lussureggiante, coperta di foreste che, dagli ottanta metri di quota dell’altopiano, digradavano fino al mare, sposando il verde delle loro fronde col blu dei flutti. Una meraviglia naturale che possiamo solo immaginare, perché le piante furono progressivamente tagliate per costruire le navi ed erigere gli alberi maestri della civiltà marinara maltese. Ancora fino agli anni Cinquanta l’isola era un orto: un centinaio di abitanti vivevano coltivando erbe aromatiche e ortaggi tra campi delimitati da muretti a secco. Oggi in un’isola con una superficie di poco meno di tre chilometri quadrati restano appena quattro residenti.
L’aspro scenario dell’interno si scioglie a Blue Lagoon, l’ampia insenatura sulla costa occidentale protetta dalle falesie di Cominotto, un grande scoglio più che un’isola, che crea una placida laguna interna con acque trasparenti e spiaggette di sabbia bianca circondate da rocce corrose dal mare che vi ha scavato archi e anfratti. Un miraggio paesaggistico, la prima meta balneare dell’arcipelago. Per secoli Blue Lagoon fu la base dai pirati barbareschi, che da qui partivano all'arrembaggio delle navi in transito nel Canale di Sicilia. Oggi la sua rada è il più ambito approdo per le barche a vela che battono l'arcipelago, nonché lo spot preferito per le immersioni grazie a una visibilità di oltre trenta metri. A est di Blue Lagoon, nell’ampia Santa Marija Bay si trova il monumento più antico dell’isola, la chiesa di Our Lady's Return from Egypt del XIII secolo. L’epoca in cui visse a Comino Abraham ben Samuel Abulafia, uno dei più noti studiosi ebrei della Cabala e dei messaggi esoterici nascosti nella Bibbia. Al tempo dei Cavalieri l’isola fu usata come centro di riabilitazione per i soldati feriti, lazzaretto per le malattie infettive e posto di guardia. A sud di Blue Lagoon un sentiero – che offre scorci panoramici su Cominotto - conduce alla Saint Mary Tower, il caposaldo di una serie di fortificazioni costruite nel 1618 dal Gran Maestro Alof de Wignacourt per controllare la navigazione nel South Comino Channel, che separa l’isola da Malta. Uno stretto chiave ai tempi della navigazione a vela grazie ai venti che si vi si incanalano: oggi - insieme al North Comino Channel che divide l’isola da Gozo – è la Mecca di skipper e appassionati di windsurf. Perché Comino è la palestra dei maltesi, meta ideale per sport acquatici come canoa e sci nautico, ma anche per attività di terra come mountain bike e abseiling, l’arrampicata in corda doppia sulle scogliere a precipizio.